Corso Base Sett/Ott 2014: terza e quarta lezione


Modi di esposizione e obiettivi


Ci eravamo lasciati con i ragazzi intenti ad esercitarsi sulla profondità di campo ed i tempi di posa. Dai lavori visionati si capisce che i ragazzi hanno capito la tecnica ma c'è ancora da lavorare.
Cerchiamo di capire meglio la funzione dell'esposimetro e andiamo alla scoperta del principale elemento di una macchina fotografica: l'obiettivo!


Per ottenere una foto corretta dal punto di vista della luce e del colore, è necessario conoscere la giusta coppia tempo/diaframma ad una determinata sensibilità della pellicola o del sensore.




La coppia tempo/diaframma, detta anche EV ( valore esposimetrico),  ci permette di calcolare la corretta esposizione, cioè la giusta quantità di luce necessaria a far si che la nostra foto sia perfetta sotto l'aspetto della luminosità e del colore.



Lo strumento che calcola la giusta esposizione è l'esposimetro:

L'esposimetro è quello strumento che ci permette di misurare la luce presente nella scena da fotografare.

Ma quali sono i modi in cui si può utilizzare l'esposimetro.
Per prima cosa dobbiamo fare una distinzione tra l'esposimetro interno, che è allocato nella zona del pentaprisma (parte superiore della fotocamera) all'interno della macchina fotografica e l'esposimetro esterno che è un'apparecchio specifico per calcolare l'esposizione ed è utilizzato nella fotografia professionale.
L'esposimetro interno alla macchina è un sensore che "legge" la luce riflessa: cioè la quantità di luce che viene riflessa da tutti gli oggetti che noi vediamo. Ponendo la macchina davanti ad un soggetto, che sia una persona o un paesaggio, tutta la luce che arriva all'obiettivo sarà misurata e calcolata dall'esposimetro al fine di ottenere la coppia EV!
L'esposimetro esterno invece, può misurare sia la luce riflessa (come quello interno) ma anche la luce incidente, cioè quella quantità di luce che cade direttamente sul soggetto da fotografare, che sia una persona, un albero o un paesaggio.
Per questa sua caratteristica l'esposimetro esterno è molto più preciso di quello interno alla macchina perché si limita a misurare la luce che direttamente illumina un soggetto, senza essere influenzato da riflessioni o assorbimenti.

Ma torniamo ai modi esposizione.
Per l'esposimetro esterno è facile misurare con precisione la quantità di luce incidente ma per quello interno, come si può essere così precisi quando vogliamo (ad es) fotografare un viso in controluce? Come misurare la quantità di luce sul viso senza incappare nella riflessione proveniente dallo sfondo, inevitabilmente molto più chiaro? (trattandosi di controluce)

L'esposimetro della nostra fotocamera può essere utilizzato in modalità differenti: si dice lettura esposimetrica spot quando la zona misurata è concentrata in un punto ben definito (ad es il viso di un soggetto).
La lettura esposimetrica media utilizza tutto il campo inquadrato senza tenere conto delle differenze di luce che possono esistere tra una zona molto illuminata e una zona d'ombra.
La lettura esposimetrica a prevalenza centrale (semispot) concentra la misurazione in due zone: una centrale e un'altra per il resto dell'inquadratura. La lettura prevalente è comunque quella centrale.
Le moderne macchine fotografiche, sempre più avanzate, hanno introdotto altri sistemi di lettura esposimetrica, ma per il momento ci soffermeremo a questi tre tipi.
Queste letture, a seconda dei casi, ci permettono di calcolare in maniera molto precisa la quantità di luce necessaria che serve per esporre il nostro sensore o la nostra pellicola.
Utilizzando la macchina in modalità Manuale, grazie all'esposimetro noi possiamo calcolare la giusta coppia tempo/diaframma e scegliere, di conseguenza, se privilegiare la profondità di campo (ad es per evidenziare un soggetto in primo piano, o viceversa), piuttosto che il tempo di posa.

I metodi di esposizione sono presenti nel menù di ogni macchina fotografica e cambiano seconda del modello: la lettura spot, così come la media sono presenti in quasi tutte le fotocamere.

Detto dell'esposimetro passiamo ad un altro elemento fondamentale, l'obiettivo fotografico.

L'obiettivo fotografico è l'occhio della nostra macchina fotografica quando scattiamo una fotografia

E' la qualità delle lenti che compongono l'obiettivo posto davanti alla macchina fotografica che fa la differenza tra una foto di mediocre qualità ed una di ottima rilevanza: questo in termini di contrasto e definizione; mentre la parte prettamente "artistica" è indiscutibilmente merito esclusivo del fotografo e delle sue capacità.
L'immagine, “trasportata” dalla luce fin sul piano pellicola, passando attraverso la serie di lenti (che variano per numero a seconda del modello) contenute all'interno del “bussolotto” (obiettivo), “esprime” le sue potenzialità in funzione della qualità della lente stessa. Fattori come l'incisione il contrasto o la definizione dell'immagine, sono determinati dalla qualità dell'obiettivo che rappresenta una parte molto importante, per non dire fondamentale, sulla resa finale.
"Pensateci quando acquistate una macchina fotografica: non è il corpo, con tutti i suoi marchingegni tecnologici a fare la foto, ma l'obiettivo". 

Gli obiettivi fotografici si dividono in tre categorie principali: il normale, il grandangolo e il teleobiettivo; poi esistono delle sotto-categorie costituite da una serie di obiettivi detti “speciali” come i super grandangolari (fisheye), o i lungo fuoco (maggiormente indicati per il ritratto).
La lunghezza focale di un obiettivo si misura in millimetri e rappresenta la distanza tra il punto nodale posteriore (o centro ottico) e il piano focale
Questa può essere fissa, cioè l'unica misura possibile per quell'obiettivo (ad es 50mm), oppure può variare con un'escursione ottica che va da grandangolo a teleobiettivo, oppure da normale a teleobiettivo, da grandangolo a normale (le combinazioni sono tantissime), in unico obiettivo notoriamente conosciuto come zoom.
Per identificare al meglio le tre principali categorie, grandangolo, normale e tele, possiamo dire che:

è considerato grandangolo un obiettivo in cui la lunghezza focale è inferiore ai 35mm
è considerato normale un obiettivo in cui la lunghezza focale è compresa tra 35mm e 60mm
è considerato teleobiettivo un obiettivo in cui la lunghezza focale è superiore ai 60mm.

E' bene specificare che questa scala di valori si riferisce a tutte quelle macchine fotografiche comunemente dette formato Leica, ossia le reflex, le compatte, le fotocamere a telemetro (etc), sia in pellicola che digitali.
Per le macchine di formato superiore, come le medie formato (6x6cm; 4,5x6cm; 6x7cm; etc etc) o il banco ottico (9x12cm; 20x25cm), la lunghezza focale, indipendentemente che sia un grandangolo, un normale o un tele, aumenta con l'aumentare della diagonale del formato stesso.
Ecco una scala di valori dei vari formati di macchine fotografiche con la rispettiva lunghezza focale dell'obiettivo normale (il grandangolo e il tele aumentano in proporzione).


In sostanza, più è grande il formato della macchina che utilizziamo, maggiore sarà la lunghezza focale riferita al grandangolo, al normale, al tele.

Vediamo in dettagli le tre categorie di obiettivi:

Il grandangolo è un obiettivo che ha una lunghezza focale minore ma un angolo di campo maggiore rispetto al normale o ai tele. L'angolo di campo varia dai 60° agli 80° a seconda del tipo di lunghezza focale. La caratteristica principale di questo tipo di obiettivi è la loro capacità di fotografare ampi campi visivi ma sono soggetti alla deformazione delle linee cadenti a causa della prospettiva che, nelle foto, risulterà falsata rispetto alla realtà. Anche questi (come i normali), sono di solito obiettivi molto luminosi e permettono di avere una grande profondità di campo.




obiettivo 18mm
I grandangoli più comuni sono il 24mm e il 28mm, utilizzati soprattutto nella fotografia di paesaggio mentre il 35mm è definita l'ottica per eccellenza da molti reportagisti.

obiettivo 35mm
obiettivo 28mm




Nel nostro esercizio in studio abbiamo evidenziato le varie differenze tra grandangoli di diversa lunghezza focale ponendo l'accento sulla profondità di campo che, ricordiamo per i meno attenti, è maggiore man mano che la lunghezza focale diminuisce. Dalle tre foto si può benissimo vedere come l'angolo di campo visivo (inquadratura) aumenta con il diminuire della lunghezza focale. Questo è un aspetto molto importante quando si deve scegliere quale ottica acquistare, a seconda di ciò che vogliamo fotografare.

Il teleobiettivo è un obiettivo che ha la capacità di ingrandire il soggetto da fotografare permettendo riprese anche a grande distanza (a seconda della lunghezza focale). La sua lunghezza focale è maggiore rispetto al normale o al grandangolo e di conseguenza ha un angolo di campo molto limitato. Questo varia dai 20° ai 5° e nei super-tele è addirittura inferiore. Possiede una scarsa profondità di campo anche a diaframmi molto chiusi dovuto al fatto che il fattore di ingrandimento comporta lo schiacciamento del campo visivo avvicinando i soggetti e riducendo le distanze. I teleobiettivi sono in gran parte poco luminosi (di solito f 5,6) tranne nei casi in cui la qualità è molto alta - allora si possono trovare anche tele con luminosità di f 2,8 o f 2 - così come il prezzo di acquisto. 


obiettivo 300mm

obiettivo 200mm
obiettivo 85mm












L'esercizio evidenzia come il campo visivo si restringe man mano che la focale aumenta: senza modificare l'inquadratura, nella foto con il tele molto "spinto" (il 300mm) il taglio della modella è molto ridotto rispetto allo scatto realizzato con l'85mm in cui si vede interamente anche il manichino sullo sfondo.
In questo caso la profondità di campo diminuisce con l'aumentare della lunghezza focale.




Obiettivo 50mm
Il 50mm o normale possiede un angolo di campo (la zona inquadrata) intorno ai 43°/ 45° e la sua luminosità varia da f1,4 a f1,7. Esistono dei 50mm più luminosi ed alcuni modelli hanno la funzione macro (presente anche in altri tipi di obiettivi), cioè la capacità di mettere a fuoco il soggetto anche a distanze molto ridotte (macro-fotografia). 
La lunghezza in millimetri del normale corrisponde (grossomodo) alla diagonale del fotogramma ed è differente a seconda del formato della macchina fotografica.
Per il formato Leica (35mm o 135mm), che hanno pellicole di formato 24x36cm, il normale è appunto il 50mm (la lunghezza corretta sarebbe il 43mm), mentre per il medio formato (che utilizzano pellicole di formato 4,5x6cm; 6x6cm) il normale è l'80mm (in realtà sarebbe il 75mm). Più è grande il formato della pellicola (o sensore nel digitale, ma qui il discorso è leggermente diverso e andrà approfondito in seguito), maggiore sarà la misura del normale.

A chiudere questa carrellata dedicata agli obiettivi troviamo gli zoom.

Gli zoom, al contrario delle ottiche fisse, hanno la caratteristica di avere la lunghezza focale che varia nel medesimo obiettivo. Cioè, in un solo apparecchio possiamo trovare diverse lunghezze focali che possono andare da grandangolo a tele (nei casi più spinti) oppure da lungo fuoco a super tele, da grandangolo a lungo fuoco, etc etc. Le combinazioni sono molteplici: inutile menzionarle tutte. 
Zoom 70/210 mm
Questo tipo di obiettivo è molto utile se non si vuole portare con se tutta una serie infinita di obiettivi, quando si esce fuori per scattare. La sua comodità è indiscutibile però, come sempre accade, c'è un rovescio della medaglia: le ottiche fisse sono di qualità maggiore, rispetto agli zoom, e un fotografo "esperto" questo lo sa bene. 
C'è da dire che la tecnologia, in tal senso, ha fatto passi da giganti e le case costruttrici oggi offrono degli zoom di altissima qualità (con prezzi non sempre accessibili, a onor del vero) utilizzati anche dai migliori professionisti del settore. 
La luminosità degli zoom varia a seconda del modello. I più diffusi zoom in commercio hanno una doppia luminositàuna per la lunghezza focale minima, l'altra per la lunghezza focale massima. Nella "carta di identità" (sul fronte della lente) di uno zoom 70-210mm, troviamo scritto (ad es): f 3,5/5,6. Questo sta a significare che per la lunghezza focale minima - 70mm - l'apertura massima è di f3,5, mentre per la lunghezza focale massima - 210mm - l'apertura massima di diaframma è di f 5,6. Questo può comportare enormi svantaggi se ci troviamo a scattare in condizioni di scarsa luce.
Naturalmente esistono anche zoom (nel caso di quelli di maggiore qualità) che possiedono una luminosità fissa per tutte le lunghezze focali: il vantaggio è enorme, sia in termini di praticità che di qualità, ma anche in questo caso è il prezzo di acquisto a fare la differenza.

Ai nostri ragazzi stiamo dando un imput ben preciso e cioè quello di cominciare con l'usare le ottiche fisse, anche possedendo soltanto uno zoom.
"Abituarsi a fotografare con cognizione di causa, sapendo bene cosa e come lo si vuole fare; sforzandosi di impostare lo zoom ad una determinata lunghezza focale (ad es 50mm) e non spostarlo per nessun motivo (come fosse l'unica disponibile). In caso di necessità è il fotografo che deve avvicinarsi o allontanarsi dal soggetto".
E' un ottimo esercizio per allenare l'occhio, oltre che la mente.
Al prossimo step.





Nessun commento:

Posta un commento