Concetti Base
La seconda lezione del corso base è la più tosta: l'abbiamo scritto più e più volte, ma non ci stancheremo mai di farlo!
Si affrontano i concetti base della fotografia, con la parte teorica dedicata interamente ai primi passaggi fondamentali. Due ore di lezione, la più noiosa, ma necessaria.
Scattare una buona fotografia non è difficile: almeno una volta nella vita sarà capitato a tutti. Il difficile sta nel ripetersi e capire come è stato possibile.
Qui entra in gioco la tecnica che, insieme alla creatività, rappresentano gli elementi fondamentali affinché l'alchimia si compi nel momento stesso in cui pigiamo il pulsante di scatto della nostra macchina fotografica.
"Perché una buona fotografia è la somma di più elementi: occhio, competenza tecnica, creatività, prontezza."
La settimana scorsa abbiamo visto il percorso che compie la luce al momento dello scatto; stasera vediamo quali sono gli strumenti che ci permettono di regolarizzare la quantità di luce necessaria affinché la foto sia corretta da un punto di vista tecnico.
Ma prima cerchiamo di capire quali sono i passaggi principali da effettuare quando decidiamo di uscire fuori a fotografare.
Per prima cosa carichiamo la nostra machina fotografica con la pellicola (nel caso dell'analogica) o con la memory card (nel caso del digitale) e impostiamo la sensibilità: ISO sulla fotocamera. A seconda del luogo o della quantità di luce nell'ambiente in cui stiamo per fotografare, imposteremo la sensibilità necessaria tenendo ben presente che nel digitale l'aumento della sensibilità provoca un difetto chiamato noise (rumore).
Con la pellicola è tutto diverso: la sensibilità è data dalla pellicola stessa per mezzo dei sali d'argento sensibili alla luce. Più questi sali sono di grosse dimensioni, maggiore sarà la sensibilità della pellicola.
Quando la sensibilità della pellicola è eccessivamente alta, la grana - cioè i sali d'argento contenuti nell'emulsione - sarà molto più evidente ma, al contrario del digitale con il noise, una fotografia con una grana molto visibile acquista un valore aggiunto soprattutto nella fotografia in bianco e nero.
Se stiamo fotografando in condizioni di luce ottimali, ad es in pieno giorno alla luce del sole, possiamo impostare una sensibilità bassa, 100 iso o 200 iso.
Se invece la quantità di luce è scarsa dobbiamo alzare la sensibilità fino ad ottenere una coppia tempo/diaframma che ci permette di fotografare.
"Non fotografate in digitale sotto un tempo di posa di 1/50 di secondo se non volete che le vostre foto siano mosse".
Fatto ciò dobbiamo scegliere la modalità di scatto: ne esistono diverse, per ora ci occupiamo esclusivamente della funzione M (manuale), l'unica che ci permette di imparare a fotografare. Poi in seguito scopriremo anche le altre.
Con l'avvento del digitale è diventato molto importante impostare il bilanciamento del bianco sulla macchina fotografica, onde evitare brutte dominanti di colore sulle nostre foto.
Sul menù delle fotocamere ci sono varie opzioni che ci permettono di fare distinzione se vogliamo scattare in luce diurna piuttosto che con un cielo nuvoloso.
"E' bene dire che la funzione automatica AWB (automatic white balance), contiene una miriade di combinazioni che usarla non è affatto sbagliato o un sacrilegio".
Sempre nel caso del digitale (che ci obbliga a maggiori impostazioni sulla macchina rispetto alla pellicola), è bene scegliere il formato di scrittura file che vogliamo utilizzare nello scatto.
I due più comuni sono il jpg e il Raw. Non vogliamo parlarne troppo adesso (lo faremo nella lezione dedicata al digitale), ma è bene evidenziare la principale differenza.
Il RAW è un file esteso: possiamo definirlo "un negativo digitale". Con esso sono possibili tutte le correzioni necessarie (post-produzione) per migliorare alla massima potenza una fotografia.
Il JPG è un file compresso in uno spazio molto più piccolo. In apparenza sembra (in certi casi) addirittura migliore del file Raw, ma in realtà con un file jpg molte correzioni in post-produzione non sono possibili o lo sono in maniera molto limitata.
"E' bene sapere che scattando in modalità RAW (a parità di giga sulla card di memoria) si possono fare un numero di fotografie molto più basso piuttosto che scattando in JPG. Proprio perché il RAW (qualitativamente superiore rispetto al jpg) è molto più pesante (in byte di memoria) ed occupa molto più spazio nella card.
Bene, fatte le impostazioni base sulla macchina fotografica, cominciamo a scoprire gli strumenti che ci permetteranno di realizzare le nostre fotografie.
I principali strumenti che servono a determinare l'esposizione di una fotografia sono il diaframma e il tempo di posa.
Il diaframma è quello strumento che regola la quantità di luce che entra nella macchina fotografica attraverso l'obiettivo, ed impressiona la pellicola (o il sensore, nel caso del digitale), posta nella parte inferiore denominata dorso.
La scala dei diaframmi è composta dai seguenti valori indicati con f: f1; f1,4; f2; f2,8; f4; f5,6; f8; f11; f16; f22 (esistono obiettivi che hanno diaframmi fino a f64 che si utilizzano soprattutto nelle fotocamere di grosso formato come il Banco Ottico)
Più è piccolo il valore numerico (ad es 1) maggiore sarà l'apertura del diaframma; più è grande (ad es f 22) più il diaframma risulterà chiuso (quindi che lascia passare meno luce).
L'apertura del diaframma incide per diversi fattori sull'immagine fotografica; il principale è sicuramente la profondità di campo.
La profondità di campo è quello spazio che esiste davanti e dietro ad un soggetto a fuoco, che risulti completamente nitido.
A seconda della scelta del diaframma (ma non solo, poi lo vedremo in seguito), possiamo determinare una differenza sostanziale tra un'immagine in cui vogliamo che un solo soggetto sia messo in evidenza (foto 1), oppure tanti soggetti (foto 2) che sono fotografati in diversi piani di ripresa.
foto d'archivio |
foto d'archivio |
Più il diaframma sarà chiuso, maggiore sarà la profondità di campo.
Oltre al diaframma, ad incidere sulla profondità di campo sono anche gli obiettivi (che affronteremo in una lezione ad hoc). Qui ci limitiamo a dire che la profondità di campo sarà maggiore con obiettivi grandangolari mentre sarà molto ridotta con obiettivi di tipo tele o medio-tele.
Le prove in studio che faremo nella lezione successiva chiariranno meglio il concetto.
Oltre al diaframma il secondo elemento fondamentale è il tempo di posa.
Il tempo di posa è la durata in cui l'otturatore resterà aperto per far passare la luce che impressionerà la pellicola o il sensore della macchina fotografica.
I tempi di posa, quindi, rappresentano la velocità dell'otturatore. Anch'essi sono riconoscibili attraverso una scala di valori:
1s, 2s, 4s, 1/4 di secondo, 1/8 di secondo, 1/15ds, 1/30ds, 1/60ds, 1/125ds, 1/250ds, 1/500ds, 1/1000ds (questi sono i valori standard della maggior parte delle macchine fotografiche)
Esiste una funzione supplementare detta posa B: impostando il cursore dei tempi sulla posizione B, al momento dello scatto, l'otturatore resterà aperto per tutta la durata in cui il pulsante di scatto resterà premuto. Al rilascio del pulsante di scatto, l'otturatore si chiuderà (l'utilizzo di questa funzione implica necessariamente l'uso di un cavalletto).
A seconda della velocità dell'otturatore si possono ottenere diversi risultati: se fotografiamo un soggetto in movimento, con un tempo di posa lungo (ad es 1/15 di secondo), questo risulterà mosso ( da qui l'effetto di mosso), mentre al contrario, utilizzando un tempo di posa molto breve (ad es 1/125 di secondo), il soggetto risulterà completamente fermo (in gergo congelato).
foto d'archivio |
foto d'archivio |
Analizzati gli strumenti necessari che servono per realizzare una fotografia, è bene capire come questi due insieme determinano la corretta esposizione (luminosità).
Il diaframma e il tempo di posa insieme - ad una ben precisa sensibilità - determinano la giusta quantità di luce necessaria per realizzare una corretta esposizione e di conseguenza una buona fotografia: almeno sotto l'aspetto puramente tecnico.
La coppia tempo/diaframma, detta anche EV ( valore esposimetrico), ci permette di calcolare la corretta esposizione, cioè la giusta quantità di luce necessaria a far si che la nostra foto sia perfetta sotto l'aspetto della luminosità e del colore.
Per calcolare la corretta coppia tempo/diaframma (EV), la fotocamera dispone di un esposimetro che ci permette di misurare la luce (il suo valore) e il suo corrispettivo tradotto in tempo di posa e diaframma.
L'esposimetro è quello strumento che ci permette di misurare la luce presente nella scena da fotografare.
Ma sull'esposimetro, così come sulla sensibilità (ISO) del sensore o della pellicola, ci torneremo in maniera più approfondita nella prossima lezione, in cui cominceremo a scattare in sala posa per capire meglio sia il movimento che la profondità di campo.
Per ora fermiamoci qui: al prossimo step.
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