Sala posa in maschera
Con la quarta e quinta lezione il corso base si avvia alla conclusione della prima fase, in cui abbiamo affrontato i concetti fondamentali della fotografia, a cominciare dalla macchina fotografica fino a conoscere gli elementi principali che consentono di realizzare una fotografia: il diaframma, il tempo di posa, la sensibilità Iso-Asa, l'esposimetro, gli obiettivi.
In queste due lezioni di sala posa i ragazzi hanno dimostrato di aver ben "assorbito" la tecnica: ora non ci resta che affinarla.
Il corso è al giro di boa e superate le prime lezioni teoriche in cui abbiamo sviscerato i principali concetti base (lezioni sempre accompagnate da prove pratiche di scatto), è ora di verificare quanto sia stato "assorbito" dai nostri corsisti. Due lezioni in sala posa per "saggiare" la creatività dei nostri ragazzi, con in più le nozioni di tecnica fondamentale.
Bravi! tutti bravi i nostri ragazzi.
Ci teniamo a sottolinearlo perché durante le lezioni non sono mancate le domande da parte dei conduttori. Man mano che affrontavamo problemi come profondità di campo, mosso, sottoesposizione e sovraesposizione i ragazzi si sono fatti trovare sempre molto preparati. E anche le foto non sono state da meno: certo, qualcuno ha bisogno di maggiore pratica e cura dei dettagli, ma in generale tutti si sono dimostrati molto appassionati. Elemento fondamentale per imparare a fotografare.
Nei primi esercizi (durante la quarta lezione) abbiamo "rispolverato" le nostre modelle con una scenografia diversa dalle foto realizzate nelle lezioni precedenti.
Un lungo telo rosso a fare da sfondo; la scelta dell'inquadratura lasciata ai corsisti. Naturalmente ognuno ha scelto diversi punti di vista e il tipo di obiettivo.
Ne sono usciti dei scatti interessanti. La profondità di campo, a volte molto estesa, altre molto ristretta, è stato l'esercizio meglio eseguito un po' da tutti, segno che il concetto è chiaro.
La modalità manuale implica il dover tener ben presente la giusta coppia tempo/diaframma (EV), controllando costantemente l'esposimetro prima di ogni scatto. Dovendo lavorare sulla profondità di campo abbiamo pensato di impostare le nostre macchine fotografiche sull'automatismo AV (per Canon) A (per Nikon) in modo da poterci concentrare "solo" sul diaframma: la macchina, in automatico, penserà al corretto tempo di posa.
Lavorando con diversi valori di diaframma, i ragazzi hanno potuto constatare la differenza di profondità di campo. E come su questa differenza incide moltissimo il tipo di obiettivo, se grandangolo o tele.
Ricordiamo alcune regole:
La profondità di campo è quello spazio che esiste davanti e dietro ad un soggetto a fuoco, che risulti completamente nitido
Con l'aumentare della lunghezza focale di un obiettivo, diminuisce la profondità di campo che risulterà molto estesa nei grandangoli, molto ridotta nei teleobiettivi.
Per il secondo step abbiamo cambiato scenografia: un lungo drappo colorato che con l'ausilio della macchina per il vento, ci ha permesso di ricreare un effetto di movimento reso più o meno evidente a seconda del tipo di tempo di posa utilizzato dai ragazzi.
L'impostazione sulla macchina fotografica è stata spostata sulla modalità TV (per Canon) S (per Nikon): automatismo a priorità dei tempi. Se vogliamo rappresentare un effetto congelato o mosso è sui tempi di posa che ci dobbiamo concentrare; la macchina penserà al giusto diaframma del valore esposimetrico EV.
Anche in questo caso libero arbitrio in fatto di inquadratura, punto di vista, tipo di obiettivo.
Un tempo di posa molto veloce permette di congelare il soggetto, cioè bloccarlo perfettamente anche se questo era in movimento al momento dello scatto.
"Se si fotografa con l'ausilio del flash è bene ricordare che non possiamo scattare con un tempo di posa superiore al tempo syncro (segnalato su tutte le macchine fotografiche con un apposito simbolo), se non si vuole correre il rischio di ottenere immagini a metà " (vedi post: Corso Avanzato Gen/Mar 2014: il flash ).
Ma cosa succede se il tempo di posa è molto breve, ad esempio 1/15 di secondo? tutto quello che è in movimento risulterà mosso, indefinito. Non sempre si riesce a realizzare un effetto mosso che possa essere considerato "una buona fotografia", ma è sacrosanto che una foto mossa non è necessariamente "un errore".
La quinta lezione è concisa con il martedì di carnevale: quale migliore occasione per realizzare dei ritratti in studio "a tema".
E per far si che tutti entrassero nel giusto clima carnevalizio, bellissime e spumeggianti parrucche per tutti, conduttori compresi, dal biondo al nero corvino per i maschietti; rosa shocking per le ragazze. Uno spettacolo imperdibile!!!
Il clima festoso ha ispirato una lezione in sala posa molto "colorata". Fondale verde con elementi colorati a creare la scenografia.
Durante gli esercizi abbiamo lavorato sulla composizione, soprattutto quando siamo di fronte a dover fotografare un gruppo di persone. Poi, in laboratorio, possiamo modificare il taglio a nostro piacimento ma è cosa buona e giusta partire da un'immagine il più possibile equilibrata, in fase di ripresa.
Le giuste proporzioni così come il corretto bilanciamento delle luci (sia flash che ambiente) sono importanti, per far si che l'immagine non abbia "cadute di luce" o "spazi inespressi".
E allora ecco che una foto in cornice piuttosto che in un album, "nasce" da una ricerca precisa, meticolosa (così dovrebbe sempre essere), attraverso una selezione di immagini - in apparenza tutte simili tra loro ma in realtà profondamente diverse - in cui un solo dettaglio può rovinarle irrimediabilmente oppure renderle "uniche".
Noi siamo senza dubbio unici (senza falsa modestia).
Tutti i ragazzi (quelli che non l'hanno fatto lo faranno nella prossima lezione), hanno realizzato dei ritratti, ognuno scegliendo il soggetto e il tipo di illuminazione (flash, in questo caso), da utilizzare.
Chi con la propria fotocamera, chi con quelle messe a disposizione da noi conduttori. Una serata all'insegna dello scherzo e della fotografia.
Un bel lavoro, a dimostrare che i ragazzi sono appassionati e con tanta voglia di imparare a fotografare. E anche di sapersi mettere in gioco.
A noi basta.
Al prossimo step e... buon carnevale a tutti!
In queste due lezioni di sala posa i ragazzi hanno dimostrato di aver ben "assorbito" la tecnica: ora non ci resta che affinarla.
Il corso è al giro di boa e superate le prime lezioni teoriche in cui abbiamo sviscerato i principali concetti base (lezioni sempre accompagnate da prove pratiche di scatto), è ora di verificare quanto sia stato "assorbito" dai nostri corsisti. Due lezioni in sala posa per "saggiare" la creatività dei nostri ragazzi, con in più le nozioni di tecnica fondamentale.
Bravi! tutti bravi i nostri ragazzi.
Ci teniamo a sottolinearlo perché durante le lezioni non sono mancate le domande da parte dei conduttori. Man mano che affrontavamo problemi come profondità di campo, mosso, sottoesposizione e sovraesposizione i ragazzi si sono fatti trovare sempre molto preparati. E anche le foto non sono state da meno: certo, qualcuno ha bisogno di maggiore pratica e cura dei dettagli, ma in generale tutti si sono dimostrati molto appassionati. Elemento fondamentale per imparare a fotografare.
Nei primi esercizi (durante la quarta lezione) abbiamo "rispolverato" le nostre modelle con una scenografia diversa dalle foto realizzate nelle lezioni precedenti.
foto Antonio Pucci |
Ne sono usciti dei scatti interessanti. La profondità di campo, a volte molto estesa, altre molto ristretta, è stato l'esercizio meglio eseguito un po' da tutti, segno che il concetto è chiaro.
foto Mariella Giannangeli |
Lavorando con diversi valori di diaframma, i ragazzi hanno potuto constatare la differenza di profondità di campo. E come su questa differenza incide moltissimo il tipo di obiettivo, se grandangolo o tele.
Ricordiamo alcune regole:
La profondità di campo è quello spazio che esiste davanti e dietro ad un soggetto a fuoco, che risulti completamente nitido
è considerato grandangolo un obiettivo in cui la lunghezza focale è inferiore ai 35mm
è considerato normale un obiettivo in cui la lunghezza focale è compresa tra 35mm e 60mm
è considerato teleobiettivo un obiettivo in cui la lunghezza focale è superiore ai 60mm.
foto Luca Gambelli |
foto Alfredo Borraccini |
Con l'aumentare della lunghezza focale di un obiettivo, diminuisce la profondità di campo che risulterà molto estesa nei grandangoli, molto ridotta nei teleobiettivi.
Per il secondo step abbiamo cambiato scenografia: un lungo drappo colorato che con l'ausilio della macchina per il vento, ci ha permesso di ricreare un effetto di movimento reso più o meno evidente a seconda del tipo di tempo di posa utilizzato dai ragazzi.
L'impostazione sulla macchina fotografica è stata spostata sulla modalità TV (per Canon) S (per Nikon): automatismo a priorità dei tempi. Se vogliamo rappresentare un effetto congelato o mosso è sui tempi di posa che ci dobbiamo concentrare; la macchina penserà al giusto diaframma del valore esposimetrico EV.
Anche in questo caso libero arbitrio in fatto di inquadratura, punto di vista, tipo di obiettivo.
foto Virginia Orsili |
foto Andrea Morichetti |
foto Marco Viozzi |
Un tempo di posa molto veloce permette di congelare il soggetto, cioè bloccarlo perfettamente anche se questo era in movimento al momento dello scatto.
"Se si fotografa con l'ausilio del flash è bene ricordare che non possiamo scattare con un tempo di posa superiore al tempo syncro (segnalato su tutte le macchine fotografiche con un apposito simbolo), se non si vuole correre il rischio di ottenere immagini a metà " (vedi post: Corso Avanzato Gen/Mar 2014: il flash ).
foto Eros Santoni |
La quinta lezione è concisa con il martedì di carnevale: quale migliore occasione per realizzare dei ritratti in studio "a tema".
E per far si che tutti entrassero nel giusto clima carnevalizio, bellissime e spumeggianti parrucche per tutti, conduttori compresi, dal biondo al nero corvino per i maschietti; rosa shocking per le ragazze. Uno spettacolo imperdibile!!!
Corso Base L1 gen/mar 2014 |
Il clima festoso ha ispirato una lezione in sala posa molto "colorata". Fondale verde con elementi colorati a creare la scenografia.
Durante gli esercizi abbiamo lavorato sulla composizione, soprattutto quando siamo di fronte a dover fotografare un gruppo di persone. Poi, in laboratorio, possiamo modificare il taglio a nostro piacimento ma è cosa buona e giusta partire da un'immagine il più possibile equilibrata, in fase di ripresa.
Le giuste proporzioni così come il corretto bilanciamento delle luci (sia flash che ambiente) sono importanti, per far si che l'immagine non abbia "cadute di luce" o "spazi inespressi".
E allora ecco che una foto in cornice piuttosto che in un album, "nasce" da una ricerca precisa, meticolosa (così dovrebbe sempre essere), attraverso una selezione di immagini - in apparenza tutte simili tra loro ma in realtà profondamente diverse - in cui un solo dettaglio può rovinarle irrimediabilmente oppure renderle "uniche".
Noi siamo senza dubbio unici (senza falsa modestia).
Tutti i ragazzi (quelli che non l'hanno fatto lo faranno nella prossima lezione), hanno realizzato dei ritratti, ognuno scegliendo il soggetto e il tipo di illuminazione (flash, in questo caso), da utilizzare.
Chi con la propria fotocamera, chi con quelle messe a disposizione da noi conduttori. Una serata all'insegna dello scherzo e della fotografia.
Un bel lavoro, a dimostrare che i ragazzi sono appassionati e con tanta voglia di imparare a fotografare. E anche di sapersi mettere in gioco.
A noi basta.
Al prossimo step e... buon carnevale a tutti!
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