Il Flash a slitta
Dopo aver ampiamente parlato degli illuminatori da studio, elementi fondamentali per un uso esclusivo nel settore fotografico professionale, è bene soffermarci un attimo su di un altro tipo di illuminatore (o flash) che noi tutti siamo abituati a conoscere (professionisti o amatori): il flash a slitta.
Questa quarta lezione ci serva un po' da "spartiacque": un varco che ci permette di passare dal ritratto, primo argomento affrontato, alla lezione dedicata al nudo, in programma il prossimo 10 marzo e di cui avremo modo di parlare in seguito in maniera molto più approfondita.
Abbiamo sviscerato tutti i sistemi di illuminazione da studio presenti nelle sale pose più avanzate ma non abbiamo mai parlato di un apparecchio che ci permette di illuminare il soggetto e che tutti conosciamo molto bene: il flash a slitta.
I flash a slitta (o a torcia) sono illuminatori del tutto simili a quelli utilizzati fino ad ora in sala posa nei nostri esercizi ma soltanto meno potenti. La loro funzione è la stessa: migliorare la luminosità del soggetto o dell'immagine che si vuole fotografare.
E anche se i flash sulla nostra macchina fotografica ci sembrano così piccoli e inadeguati rispetto ai grossi flash da studio, in realtà riescono a fare le stesse identiche cose e, se utilizzati con criterio, possono rivelarsi degli apparecchi indispensabili per la buona riuscita di una foto, sia in interni che soprattutto in esterno, in pieno giorno. Poi vedremo come.
I flash a slitta possono essere montati sopra la macchina fotografica, per mezzo della slitta posta sopra il pentaprisma, oppure si possono utilizzare con una staffa laterale. Ci sono poi i flash incorporati direttamente sulla macchina fotografica ma generalmente sono di potenza inferiore rispetto ai flash esterni.
La potenza di un flash è data dal suo numero guida che rappresenta la misura in cui il lampo del flash illuminerà un soggetto per una determinata distanza. Con il NG il fotografo può calcolare il corretto valore di diaframma in relazione alla distanza, al tipo di sensibilità (pellicola o digitale) impostata e alla velocità di scatto. La formula esatta per tale calcolo é:
Lavorando in modalità manuale (sul flash), possiamo determinare il diaframma da utilizzare al momento dello scatto (cioè la quantità giusta di luce che serve ad impressionare la pellicola o il sensore della macchina) in base alla distanza in cui si trova il soggetto.
Ad es, con una sensibilità di 100Iso e scattando con un tempo syncro di 1/60 di secondo, sappiamo che un flash con numero guida 15, ad una distanza di cinque metri dal soggetto avrà bisogno di un diaframma 3 (in realtà il valore più vicino, cioè f 2,8) per illuminare correttamente la scena.
Ma cos'è il tempo syncro? o sincronizzazione.
Il tempo di sincronizzazione corrisponde alla velocità massima dell'otturatore per quella determinata macchina fotografica quando si utilizza il flash.
Questa varia da fotocamera a fotocamera. Le "vecchie" analogiche sincronizzavano a 1/60 di secondo fatta eccezione per i modelli più professionali che avevano un tempo syncro di 1/125 di secondo ma anche 1/250 di secondo. Oggi le moderne digitali sincronizzano quasi tutte a 1/250 di secondo.
Ma perché è importante sapere quale è il tempo syncro della nostra macchina fotografica? Perché non possiamo scattare una fotografia con un tempo di posa più rapido del tempo syncro?
Quando scattiamo una fotografia la tendina dell'otturatore di apre in base alla velocità (tempo di posa) impostata. Fin qui tutto chiaro. Ma quando la sorgente di luce che illumina la scena viene da un flash esterno, cioè da un lampo di luce artificiale, la velocità dell'otturatore, appunto il tempo di posa, deve "coincidere" con la velocità del lampo affinché tutta la scena fotografata sia illuminata uniformemente. Detto così pare complicato: cerchiamo di capirlo meglio con degli esempi fotografici:
Ipotizziamo di scattare la foto in esempio con il flash e con un tempo syncro di 1/60 di secondo. L'immagine (la prima da sinistra) sarà tutta illuminata correttamente.
Ma guardate cosa succede man mano che "acceleriamo" il tempo di posa passando da 1/60s a 1/125s; 1/250s; 1/500s etc etc. Il lampo del flash non riesce ad illuminare tutta le scena lasciando inevitabilmente delle strisce nere. Perché la tendina è troppo veloce rispetto alla luce lampo del flash.
Ma se la regola ci impone di non superare mai il tempo syncro, è anche vero che sotto a questo valore possiamo fare come vogliamo: ossia, possiamo fotografare con un tempo più lento a nostro piacere, anche con pose di svariati secondi, tenendo ben presente la coppia EV e il fatto che il flash, anche se ha la peculiarità di "congelare" meglio un soggetto in movimento, non ci evita l'effetto mosso se le pose sono molto lunghe.
Questa tecnica si definisce con il termine di luce mista o slow syncro flash.
In pratica si lavora con tempi inferiori al tempo syncro, tipo 1/30s oppure ancora più lento con il vantaggio di avere l'illuminazione data dal flash più una buona profondità data dal tempo di posa lungo (luce artificiale + luce naturale).
Nella foto in esempio vediamo come la modella è ben illuminata dal flash ma il tempo di posa medio lungo (1/5s) permette al fotografo di avere una buona profondità di luce anche sullo sfondo che, al contrario sarebbe risultato completamente nero (o cmq più scuro) se il tempo di posa fosse stato syncro o cmq più rapido.
L'utilizzo del flash ci permette di lavorare con tempi di posa anche molto lunghi, creando dei bellissimi effetti di mosso che senza del quale sarebbe impossibile ottenere.
Ma il flash è molto utile anche in pieno giorno, con il sole allo zenit che crea quelle bruttissime ombre sotto gli occhi simili a delle gigantesche borse nere.
Utilizzare il flash come luce di schiarita arricchisce il bagaglio tecnico di ogni fotografo e migliora tantissimo le nostre immagini (anche quelle al mare o in vacanza).
Francesco e Valentina non avrebbero mai potuto realizzare questa foto senza l'ausilio del flash.
Il sole è dietro le due ragazze (come si vede chiaramente dall'ombra della macchina) quindi in controluce. Senza il flash sarebbero venute completamente nere (in silhouette) così come nera sarebbe venuta la macchina. La schiarita del flash, oltre ad illuminare i soggetti, ha permesso di saturare meglio i colori dello sfondo, ottenendo una perfetta luce mista.
Francesco e Valentina non avrebbero mai potuto realizzare questa foto senza l'ausilio del flash.
Il sole è dietro le due ragazze (come si vede chiaramente dall'ombra della macchina) quindi in controluce. Senza il flash sarebbero venute completamente nere (in silhouette) così come nera sarebbe venuta la macchina. La schiarita del flash, oltre ad illuminare i soggetti, ha permesso di saturare meglio i colori dello sfondo, ottenendo una perfetta luce mista.
Il flash è uno strumento preziosissimo, indispensabile nel nostro corredo fotografico. Chiudiamo questo post dedicato al flash a slitta parlando del suo utilizzo in modalità TTL (lettura attraverso le lenti), un automatismo che ci permette di utilizzare la luce mista con l'aiuto dell'esposimetro della macchina che calcolerà la giusta intensità del lampo flash, per ottenere una buona illuminazione.
Bene, al prossimo step!
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