Corso Avanzato L2 Gen/Mar 2014: il ritratto


Il Ritratto


Con la quarta lezione chiudiamo il primo argomento affrontato nel corso avanzato di L2: il ritratto.
Facciamo un passo indietro, fino alla prima lezione, e vediamo da dove abbiamo cominciato.


Il nostro corso avanzato di L2 non si basa sulla studio esasperato della tecnica (tutt'altro). Non si affrontano argomenti quali la sensitometria o curve caratteristiche di sensitività. Non perché non siano importanti, si badi bene, ma perché non rappresentano "tutto" per fare una buona fotografia: e con buona fotografia intendiamo "che lasci il segno, comunicandoci qualcosa". Si può essere dei bravissimi fotografi pur non conoscendo affatto la tecnica più avanzata; al contrario, avere la padronanza assoluta della tecnica non ci da la certezza di realizzare delle buone fotografie.
Forse sbaglieremo (ognuno è libero di agire o pensare come meglio crede) ma siamo altresì convinti che, piuttosto di passare ore a spiegare come funziona un densitometro, sia molto più produttivo impiegare quel tempo a studiare gli autori, i grandi fotografi che hanno fatto la Storia della Fotografia (non a caso in maiuscolo), per cercare (nel nostro piccolo) di "avvicinarli", quel tanto da farci capire il loro stile, il loro modo di comunicare attraverso le loro fotografie.
Ecco, secondo noi di CPdFb è soltanto attraverso una buona cultura fotografica che si può intraprendere un percorso atto a migliorare il proprio "occhio", allo scopo di realizzare fotografie che ci rappresentino e che possano comunicare qualcosa agli occhi degli osservatori. 
Non è cosa facile, ovviamente (a volte impossibile) ma senza nessuna aspirazione a voler diventare chissà quale artista, possiamo tranquillamente migliorare il nostro gusto e la nostra capacità di "saper osservare": e non è poco.
E allora non potevamo che cominciare il nostro corso con la proiezione di alcune tra le foto più rappresentative nella Storia della Fotografia.

Tra i temi che affronteremo nel nostro corso non potevamo che cominciare con il ritratto, da sempre "capostipite" nell'immenso mondo fotografico.

Il ritratto come forma di espressione, che sia in studio, con le luci (flash o luci continue) ben calibrate, o ambientato, è il tema che maggiormente ha ispirato i più grandi Maestri della Fotografia.

Ve ne proponiamo qualcuno:
Federico Garolla©


Federico Garolla, fotografo scomparso di recente, che realizza un ritratto di Pier Paolo Pasolini durante una partita di pallone in un campetto di strada con dei ragazzi di borgata. Non un ritratto in studio o durante il backstage di un suo film, bensì intento "a coltivare" una delle sue più grandi passioni: il calcio. 
L'ispirazione di Garolla viene dalla passione di Pasolini per il calcio.


Nicolas Tikhomiroff©
Robert Capa©




Nicolas Tikhomiroff, fotografo dell'agenzia Magnum Photos, definisce la fotografia "uno occhio extra, il migliore", dove "conta solo l'impatto dell'immagine" e "l'inquadratura e la stampa sono aspetti del tutto marginali". Si può non essere d'accordo ma va preso il messaggio che sta alla base: cogli l'attimo, purché sia d'impatto e arrivi all'osservatore. Emblematica in tal senso la foto scattata a Orson Welles.










Robert Capa, da tutti conosciuto per i suoi fantastici reportage di
guerra ma che noi abbiamo voluto rappresentare con uno splendido ritratto a Pablo Picasso ripreso in una scena molto intima con suo figlio.






Ugo Mulas©
Ugo Mulas, grandissimo fotografo del dopoguerra realizza un ritratto a Lucio Fontana in controluce davanti ad una sua tela "tagliata". In questo ritratto Mulas non ha voluto evidenziare tanto il soggetto in se, che è rappresentato in silhouette, quanto l'opera che lo rappresenta e che lo ha reso famoso in tutto il mondo. 









Diane Arbus©
Diana Arbus, fotografa statunitense di origine russa, comincia come assistente di suo marito, Allan Arbus, per poi cominciare una carriera di fotografa che porterà le sue immagini nei più importanti musei del mondo. Famosa per l'etichetta di "fotografa dei mostri", fra le tante cose che caratterizzano la sua fantastica carriera artistica, fu d'ispirazione al regista Stanley Kubrick nel film Shining con la foto che vi mostriamo.






Bruce Davidson©

Bruce Davidson, fotografo statunitense concentra tutta la sua
"attenzione" fotografica nei quartieri poveri di New York dove evidenzia il degrado dell'Est Harlem con il reportage East 100th Street. Definito dalla critica "forte e malinconico", si caratterizza per la grande emozione dei suoi ritratti.





Martin Schoeller©

Martin Schoeller è un ritrattista facilmente riconoscibile
perché il suo stile è unico.
Taglio frontale molto stretto con luce proveniente da entrambi i lati 
con l'ausilio di Bank verticali detti strip light. Ha fotografato centinaia di
personaggi famosi del cinema, dello sport, della musica, sempre con la stessa tecnica. Il taglio, la luce, gli occhi, tutto è centrato sull'espressività
del volto.














Richard Avedon©
Richard Avedon, maestro indiscusso del ritratto e del nudo, un artista a tutto tondo capace d'ispirare intere generazioni di fotografi. Noi abbiamo voluto rappresentarlo nei suoi lavori in studio, dove il rigore della luce, rigorosamente su fondo bianco, mette in risalto il soggetto e la sua essenza. Magistrali i suoi ritratti realizzati con un banco ottico in sud America con l'utilizzo di uno sfondo bianco con luce naturale. Qui lo mostriamo in uno dei suoi tanti autoritratti.







Non a caso chiudiamo questa piccola carrellata (gli autori che abbiamo mostrato erano molti di più) con Avedon perché ci permette di introdurre la discussione su quelli che sono i sistemi di illuminazione in studio.


Cominciamo a scoprire quali sono gli strumenti che ci permetteranno di illuminare il nostro soggetto da fotografare: gli illuminatori da studio.
Gli illuminatori posso essere di tipo flash oppure a luce continua. 

Foto d'archivio
Gli strip sono flash di forma rettangolare che vengono utilizzati, di solito, per fotografare un soggetto a figura intera (ma sono utilizzati anche nel ritratto). Come per tutti i flash da studio, la potenza del lampo è regolabile attraverso dei generatori di energia esterni (li hanno solo i flash professionali).










Foto d'archivio
Softbox 100 e 70 sono i diffusori per eccellenza. Essi si prestano particolarmente per le riprese da vicino e per i ritratti. Le dimensioni varia a seconda dei due modelli (100x100 oppure 70x70)


Lo Square 44 è un riflettore estremamente versatile, usato con la griglia nido d'apertura e diffusore è indicato per il ritratto e lo still-life. Le sue dimensioni sono 44x44 cm.

L'Octa è un diffusore di grandi dimensioni (190cm di diametro) che permette di ottenere una luce molto morbida nella fotografia di ritratto.

Il Quadra è adatto alla fotografia di still-life. Le sue dimensioni sono 145x145 cm

Detto di alcuni tra i principali flash da studio, non possiamo dimenticarci degli illuminatori a luce continua o bank.
Questi possono essere a luce calda, cioè con una temperatura di colore intorno ai 3200 gradi Kelvin, oppure a luce fredda, con una temperatura di colore più vicina a quella del sole (5600°K).
Inoltre, su questo tipo di illuminatori si posso applicare delle gelatine colorate per modificare la dominante di colore che si otterrà sulla foto.

La caratteristica principale di un artista come Avedon è sicuramente riconducibile al suo stile unico, cioè fotografare i suoi soggetti, sia in studio che in esterno, utilizzando sempre un fondo bianco.
Ma come si ottiene il bianco puro dello sfondo, senza correre il rischio che non ci sia una dominante?
Per ottenere un bianco puro, cioè in assoluta assenza di dominante, sia calda che fredda, lo sfondo bianco deve essere fotografato tenendo presente che l'esposizione sullo sfondo (bianco) deve risultare maggiore di quattro stop rispetto all'esposizione sul viso del soggetto.
Ad es, se in un ritratto l'EV sul soggetto ci darà un valore di 1/125 f 2,8, lo sfondo bianco dovrà essere esposto a 1/125  f 11. In questo modo si otterrà uno sfondo bianco e non grigio o giallognolo.
Nel caso dello sfondo nero il discorso cambia del tutto in quanto la luce si concentrerà esclusivamente sul soggetto trascurando del tutto lo sfondo nero. In questo modo il nero risulterà di un profondo intenso e non grigio.

Fatta la premessa tecnica, non ci resta che spostarci in sala posa per provare a realizzare qualche ritratto.
Lo step è stato diviso in due lezioni: nella prima abbiamo chiesto ai nostri ragazzi di realizzare dei ritratti in studio, lasciando loro la scelta del tipo di illuminazione e del soggetto da ritrarre: scelta caduta sul nostro impagabile Enrico che, tolti i panni del photo editor, si è pazientemente prestato a fare da modello.
Nel secondo step i ragazzi sono stati chiamati a ritrarsi loro stessi, in un autoritratto che meglio li identificasse: anche in questo caso libera scelta di luce e inquadratura.
L'autoritratto è una "pratica" molto utilizzata dai fotografi, "ereditata" (guarda caso) dalla pittura.


Foto Danilo Concetti
Danilo ha scelto di ritrarre Enrico in controluce, sfruttando l'illuminazione di uno strip. La silhouette è suggestiva ed evidenzia l'elemento che caratterizza il viso di Enrico: il baffo. Ottimo anche il punto di vista (inquadratura) con taglio orizzontale, che denota una buona propensione "alla ricerca", caratteristica fondamentale per un fotografo.




Danilo Concetti

Nel suo autoritratto Danilo ha optato per un BN dai contrasti molto forti. Macchina sul cavalletto e uno specchio a fare il resto. Anche in questo caso taglio orizzontale. L'illuminazione è data da uno Square 44 con griglia posto semi frontalmente.






Foto Fabio Trentacoste
Fabio ha scelto un inquadratura a trequarti, con un punto di vista leggermente dall'alto verso il basso. Il fondo nero e il BN con un contrasto deciso (ma non esagerato, i mezzi toni sono ben visibili sull'immagine) accentuano l'effetto Rembrandt. 
Dall'espressione del viso si capisce che Fabio è stato bravo e tempestivo nella scelta dello scatto.









Fabio Trentacoste
Nel suo autoritratto Fabio ha scelto di ritrarsi con un manichino. Scelta "curiosa" che lascia libero spazio all'interpretazione dell'osservatore.
La luce principale è laterale mentre il lato in ombra è stato schiarito con un pannello riflettente bianco.








Luca Melatini


Di Luca possiamo mostrarvi solo il suo autoritratto. 
Come lui stesso mette in evidenza nel autoritrarsi, la sua passione per la pellicola lo porta a fotografare con una Leica (scelta apprezzabilissima) quindi, mostreremo il suo ritratto non appena affronteremo la lezione dedicata alla camera oscura.






Foto Mary Della Giovanna
Anche Mary ha optato per il BN per il suo ritratto a Enrico. Il taglio è orizzontale e la scelta del profilo così accentuato è ben ponderata. L'espressione riflessiva è molto intensa e spontanea: ottima la scelta di tempo nello scatto. La posizione del Softbox posto frontalmente sul profilo del soggetto, accentua il contrasto dell'immagine ben delineata sullo sfondo nero. 






Mary Della Giovanna
Nel suo autoritratto Mary sembra voler giocare con la gestualità e il simbolismo: da un lato la "mamma di Norman Bates", dall'altro una fan di Madonna in preda all'estasi. Probabilmente la sua idea era completamente diversa ma la nostra curiosità verso questo scatto è innegabile.
Ottima la scelta del colore che "ammorbidisce" l'immagine in contrasto con lo sfondo nero. L'illuminazione è di un softbox frontale al soggetto. 



Al contrario di Luca, di Francesco mostriamo soltanto il ritratto fatto ad Enrico: l'autoritratto realizzato con una Pentax a pellicola, sarà "visibile" soltanto dopo la lezione di camera oscura.
Foto Francesco Brandimarti
Nel ritratto di Francesco sembra quasi che il soggetto sia ignaro dello scatto: una foto a sorpresa. L'effetto è ben riuscito.
La luce, calda, è ben diffusa grazie ad un softbox con l'ausilio di un pannello di schiarita nel lato in ombra. Il taglio orizzontale è equilibrato e denota come il fotografo ha rispettato la regola dei terzi (l'occhio alla sinistra dell'osservatore cade perfettamente sul punto di forza laterale). La scarsa profondità di campo crea una sorta di cornice che racchiude dentro il viso del soggetto.



Foto Gianluca Pacchiele
Nel ritratto di Gianluca il soggetto è seduto e preso quasi frontalmente. La luce è data da uno Softbox frontale e la dominante è decisamente calda. Il fascio luminoso colpisce lo sfondo che non risulta di un nero intenso. Questo ammorbidisce l'immagine dando maggiore profondità.










Gianluca Pacchiele
Nell'autoritratto Gianluca è in piedi su un fondo nero. L'atteggiamento è autoritario, deciso, proprio come il taglio verticale dell'immagine e il contrasto, accentuato dalla luce netta data da un unico punto luce laterale. La parte in ombra è leggermente "ammorbidita" da un pannello schiarente.











Anche Michele sceglie di ritrarre il nostro Enrico seduto davanti ad un tavolo, ma il suo punto di vista è completamente differente rispetto a quello di Gianluca.
Foto Michele Ferritto
Il taglio è verticale e l'illuminazione del softbox, decisa e frontale, conferisce un buon contrasto all'immagine in cui il viso del soggetto è quasi avvolto dal nero dello sfondo e della maglia scura che indossa.
L'inquadratura pare "indecisa", con il braccio soltanto accennato e la testa quasi al centro del fotogramma.









Michele Ferritto
L'autoritratto di Michele è "costruito" su un taglio classico, in verticale, tipico di molti autoritratti ma sempre molto efficace. Uno stile che si ritrova in molti ritrattisti.
L'idea del filtro neutral density a coprire l'occhio è ben riuscita, così come l'illuminazione laterale del softbox che "imprime" una buona brillantezza all'immagine pur mantenendo una morbidità di fondo.
Il viso è l'unico elemento di chiarezza dell'immagine (e anche quello che ne determina il valore di contrasto): anche questa è una caratteristica comune a molti ritratti e autoritratti.






Foto Stefania Vita
Stefania, rispetto al resto del gruppo, "rompe gli schemi" e punta tutto sull'espressività, sul gesto portato all'eccesso.
La luce è frontale e il taglio a trequarti da forza all'immagine che risulta decentrata nel soggetto ma non per questo meno efficace: anzi, tutt'altro.
In post-produzione si è deciso di chiudere completamente le basse luci, per risaltare maggiormente il viso di Enrico. Una leggera sottoesposizione ha esaltato un po' troppo la dominante calda che però non stona con il nero che domina la scena.






Stefania Vita
Nell'autoritratto di Stefania la luce della torcia con ombrello diffusore ha creato un "alone" di morbidezza gradevole e l'elemento in più riflesso sullo specchio da tocco di originalità e fantasia (dal significato quanto meno arcaico...): un autoritratto doppio.
Il fuoco è in primo piano (non sul viso riflesso sullo specchio): questo va a discapito dell'immagine.









Foto Gey Jhoann Sun
Gey Jhoann Sun ritrae Enrico seduto sul tavolo ma l'inquadratura "forzatamente" dal basso conferisce all'immagine una tale forza, che la conversione in BN (non scelta dal fotografo) ci è sembrata doverosa. Il taglio, orizzontale, è molto ben curato, con il soggetto ben inquadrato. La luce è frontale. L'utilizzo di un grandangolo ha determinato una prospettiva (con conseguente deformazione) che non infastidisce, anzi, esalta le caratteristiche del ritratto.







Gey Jhoann Sun
Nel suo autoritratto Gey cerca di raccontare qualcosa, di descrivere uno stato d'animo o una sensazione (lo so perché c'ero ndr), ma in tutta onestà, lo scatto non è ben riuscito. Il fuoco principale cade sull'immagine riflessa di Gey che è quasi completamente nascosto dalla Canon, fuori fuoco. La Canon, da elemento fondamentale si trasforma così in elemento di disturbo. La luce è morbida e va bene quando si vuole evidenziare molti dettagli, ma in questo caso è dispersiva.
Il taglio è buono, così come l'idea di fondo, ma l'immagine andava curata meglio.


Foto Ivano Giovannitti
A chiudere questo shooting è Ivano che realizza un ritratto molto intenso di chiara ispirazione Schoelleriana, se non nel tipo di illuminazione (ovviamente completamente differente rispetto a quella che caratterizza tutto il lavoro dell'artista tedesco) sicuramente nella scelta dell'inquadratura.
Taglio frontale, in bolla, perfettamente allineato con il soggetto. Luce laterale è netta e dall'elevato contrasto: in post-produzione, a causa di una evidente sottoesposizione, nel tentativo di ottenere un nero profondo (elemento fondamentale in un immagine di questo tipo) abbiamo perso parte di dettaglio nell'occhio in ombra, limitando molto l'effetto Rembrandt.
Ma cmq il risultato finale è molto efficace.




Ivano Giovannitti
Ivano sceglie di ritrarsi "in compagnia" di due manichini, uno bianco e uno nero. Che lui si immagini come l'elemento di equilibrio? chissà... glielo chiederemo di persona. E' uno scatto che lascia molto spazio all'interpretazione (con diverse chiavi di lettura) e per questo funziona.
L'inquadratura è verticale, forse "mozzata" un po' nel basso (soggettivo).
L'illuminazione è data dalla combinazione di uno Square 44 posto semi frontalmente al soggetto e una torcia a schiarire lo sfondo.







Nella prossima lezione amplieremo la discussione sui lavori dei ragazzi, rivendendo le loro selezioni (editing), cercando di capire i difetti e i pregi di ogni immagine.
Con il ritratto si chiude il primo argomento del corso avanzato.
Dopo una pausa dedicata alla tecnica di ripresa (si parla di flash a slitta), affronteremo il secondo tema fondamentale del nostro corso: il nudo.
Al prossimo step




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