Gli obiettivi fotografici
Nella vita di tutti i giorni è di primaria importanza porsi degli obiettivi (volere è potere, a patto che non sia la Luna). Volendo scherzare un po' con il gioco di parole, possiamo dire che "in fotografia l'obiettivo non è il fine ma semmai il mezzo con cui conseguirlo, se questo è il voler realizzare una buona fotografia".
In questa terza lezione abbiamo cercato di scoprire meglio l'occhio della nostra macchina fotografica: gli obiettivi fotografici.
Nella seconda lezione (terza del corso) dedicata alla tecnica di base, ci concentriamo soprattutto sullo studio di una parte fondamentale (per non dire di assoluta importanza) della nostra macchina fotografica: l'obiettivo fotografico.
L'obiettivo fotografico è l'occhio della nostra macchina fotografica quando scattiamo una fotografia.
E' la qualità delle lenti che compongono l'obiettivo posto davanti alla macchina fotografica che fa la differenza tra una foto di mediocre qualità ed una di ottima rilevanza: questo in termini di contrasto e definizione; mentre la parte prettamente "artististica" è indiscutibilmente merito esclusivo del fotografo e delle sue capacità.
L'immagine, “trasportata” dalla luce fin sul piano pellicola, passando attraverso la serie di lenti (che variano per numero a seconda del modello) contenute all'interno del “bussolotto” (obiettivo), “esprime” le sue potenzialità in funzione della qualità della lente stessa. Fattori come l'incisione il contrasto o la definizione dell'immagine, sono determinati dalla qualità dell'obiettivo che rappresenta una parte molto importante, per non dire fondamentale, sulla resa finale.
"Pensateci quando acquistate una macchina fotografica: non è il corpo, con tutti i suoi marchingegni tecnologici a fare la foto, ma l'obiettivo".
Gli obiettivi fotografici si dividono in tre categorie principali: il normale, il grandangolo e il teleobiettivo; poi esistono delle sotto-categorie costituite da una serie di obiettivi detti “speciali” come i super grandangolari (fisheye), o i lungo fuoco (maggiormente indicati per il ritratto).
La lunghezza focale di un obiettivo si misura in millimetri e rappresenta la distanza tra il punto nodale posteriore (o centro ottico) e il piano focale.
Questa può essere fissa, cioè l'unica misura possibile per quell'obiettivo (ad es 50mm), oppure può variare con un'escursione ottica che va da grandangolo a teleobiettivo, oppure da normale a teleobiettivo, da grandangolo a normale (le combinazioni sono tantissime), in unico obiettivo notoriamente conosciuto come zoom.
Per identificare al meglio le tre principali categorie, grandangolo, normale e tele, possiamo dire che:
è considerato grandangolo un obiettivo in cui la lunghezza focale è inferiore ai 35mm
è considerato normale un obiettivo in cui la lunghezza focale è compresa tra 35mm e 60mm
è considerato teleobiettivo un obiettivo in cui la lunghezza focale è superiore ai 60mm.
E' bene specificare che questa scala di valori si riferisce a tutte quelle macchine fotografiche comunemente dette formato Leica, ossia le reflex, le compatte, le fotocamere a telemetro (etc), sia in pellicola che digitali.
Per le macchine di formato superiore, come le medie formato (6x6cm; 4,5x6cm; 6x7cm; etc etc) o il banco ottico (9x12cm; 20x25cm), la lunghezza focale, indipendentemente che sia un grandangolo, un normale o un tele, aumenta con l'aumentare della diagonale del formato stesso.
Ecco una scala di valori dei vari formati di macchine fotografiche con la rispettiva lunghezza focale dell'obiettivo normale (il grandangolo e il tele aumentano in proporzione).
In sostanza, più è grande il formato della macchina che utilizziamo, maggiore sarà la lunghezza focale riferita al grandangolo, al normale, al tele.
Vediamo in dettagli le tre categorie di obiettivi:
Il grandangolo è un obiettivo che ha una lunghezza focale minore ma un angolo di campo maggiore rispetto al normale o ai tele. L'angolo di campo varia dai 60° agli 80° a seconda del tipo di lunghezza focale. La caratteristica principale di questo tipo di obiettivi è la loro capacità di fotografare ampi campi visivi ma sono soggetti alla deformazione delle linee cadenti a causa della prospettiva che, nelle foto, risulterà falsata rispetto alla realtà. Anche questi (come i normali), sono di solito obiettivi molto luminosi e permettono di avere una grande profondità di campo.
obiettivo 18mm |
I grandangoli più comuni sono il 24mm e il 28mm, utilizzati soprattutto nella fotografia di paesaggio mentre il 35mm è definita l'ottica per eccellenza da molti reportagisti.
obiettivo 35mm |
obiettivo 28mm |
Nel nostro esercizio in studio abbiamo evidenziato le varie differenze tra grandangoli di diversa lunghezza focale ponendo l'accento sulla profondità di campo che, ricordiamo per i meno attenti, è maggiore man mano che la lunghezza focale diminuisce. Dalle tre foto si può benissimo vedere come l'angolo di campo visivo (inquadratura) aumenta con il diminuire della lunghezza focale. Questo è un aspetto molto importante quando si deve scegliere quale ottica acquistare, a seconda di ciò che vogliamo fotografare.
Il teleobiettivo è un obiettivo che ha la capacità di ingrandire il soggetto da fotografare permettendo riprese anche a grande distanza (a seconda della lunghezza focale). La sua lunghezza focale è maggiore rispetto al normale o al grandangolo e di conseguenza ha un angolo di campo molto limitato. Questo varia dai 20° ai 5° e nei super-tele è addirittura inferiore. Possiede una scarsa profondità di campo anche a diaframmi molto chiusi dovuto al fatto che il fattore di ingrandimento comporta lo schiacciamento del campo visivo avvicinando i soggetti e riducendo le distanze. I teleobiettivi sono in gran parte poco luminosi (di solito f 5,6) tranne nei casi in cui la qualità è molto alta - allora si possono trovare anche tele con luminosità di f 2,8 o f 2 - così come il prezzo di acquisto.
L'esercizio evidenzia come il campo visivo si restringe man mano che la focale aumenta: senza modificare l'inquadratura, nella foto con il tele molto "spinto" (il 300mm) il taglio della modella è molto ridotto rispetto allo scatto realizzato con l'85mm in cui si vede interamente anche il manichino sullo sfondo.
In questo caso la profondità di campo diminuisce con l'aumentare della lunghezza focale.
Obiettivo 50mm
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Il 50mm o normale possiede un angolo di campo (la zona inquadrata) intorno ai 43°/ 45° e la sua luminosità varia da f1,4 a f1,7. Esistono dei 50mm più luminosi ed alcuni modelli hanno la funzione macro (presente anche in altri tipi di obiettivi), cioè la capacità di mettere a fuoco il soggetto anche a distanze molto ridotte (macro-fotografia).
La lunghezza in millimetri del normale corrisponde (grossomodo) alla diagonale del fotogramma ed è differente a seconda del formato della macchina fotografica.
Per il formato Leica (35mm o 135mm), che hanno pellicole di formato 24x36cm, il normale è appunto il 50mm (la lunghezza corretta sarebbe il 43mm), mentre per il medio formato (che utilizzano pellicole di formato 4,5x6cm; 6x6cm) il normale è l'80mm (in realtà sarebbe il 75mm). Più è grande il formato della pellicola (o sensore nel digitale, ma qui il discorso è leggermente diverso e andrà approfondito in seguito), maggiore sarà la misura del normale.
A chiudere questa carrellata dedicata agli obiettivi troviamo gli zoom.
Gli zoom, al contrario delle ottiche fisse, hanno la caratteristica di avere la lunghezza focale che varia nel medesimo obiettivo. Cioè, in un solo apparecchio possiamo trovare diverse lunghezze focali che possono andare da grandangolo a tele (nei casi più spinti) oppure da lungo fuoco a super tele, da grandangolo a lungo fuoco, etc etc. Le combinazioni sono molteplici: inutile menzionarle tutte.
Zoom 70/210 mm
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Questo tipo di obiettivo è molto utile se non si vuole portare con se tutta una serie infinita di obiettivi, quando si esce fuori per scattare. La sua comodità è indiscutibile però, come sempre accade, c'è un rovescio della medaglia: le ottiche fisse sono di qualità maggiore, rispetto agli zoom, e un fotografo "esperto" questo lo sa bene.
C'è da dire che la tecnologia, in tal senso, ha fatto passi da giganti e le case costruttrici oggi offrono degli zoom di altissima qualità (con prezzi non sempre accessibili, a onor del vero) utilizzati anche dai migliori professionisti del settore.
La luminosità degli zoom varia a seconda del modello. I più diffusi zoom in commercio hanno una doppia luminosità: una per la lunghezza focale minima, l'altra per la lunghezza focale massima. Nella "carta di identità" (sul fronte della lente) di uno zoom 70-210mm, troviamo scritto (ad es): f 3,5/5,6. Questo sta a significare che per la lunghezza focale minima - 70mm - l'apertura massima è di f3,5, mentre per la lunghezza focale massima - 210mm - l'apertura massima di diaframma è di f 5,6. Questo può comportare enormi svantaggi se ci troviamo a scattare in condizioni di scarsa luce.
Naturalmente esistono anche zoom (nel caso di quelli di maggiore qualità) che possiedono una luminosità fissa per tutte le lunghezze focali: il vantaggio è enorme, sia in termini di praticità che di qualità, ma anche in questo caso è il prezzo di acquisto a fare la differenza.
Fatta questa ampia panoramica sugli obiettivi, vogliamo dedicare un po' di spazio ai primi lavori dei nostri ragazzi che erano "chiamati" a realizzare, durante la settimana, degli scatti sui temi affrontati nella lezione scorsa. Nello specifico la profondità di campo, i tempi di posa e il light brush. Ognuno poteva scegliere uno o più argomenti e tutti sono stati bravi, chi più chi meno, come sempre. Tutti tranne chi non ha portato nessuna foto. Ci auguriamo che nelle prossime lezioni vorranno stupirci con i loro scatti (a buon intenditore...).
Diamo il giusto merito a chi invece si è impegnato:
Luca Light Brush |
Eros S Light Brush |
Mariella Light Brush |
Eros T Mosso |
Eleonora Light Brush |
Alla prossima lezione.
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