Rayographs, che sorpresa!

Rayographs in camera oscura

Ieri sera anche il secondo gruppo ha iniziato ufficialmente il corso pratico di fotografia di base e al contrario di lunedì, tutto è filato liscio come l'olio e oltre agli scatti con il foro stenopeico, anche i tanto sospirati rayographs hanno fatto il loro "debutto".
"I ragazzi del primo gruppo non si disperino, recuperemo nelle prossime lezioni questa interessantissima esperienza".



Come nella lezione di lunedì, abbiamo cominciato con la storia della fotografia per poi passare alla fase di "costruzione" del nostro foro stenopeico: la nostra prima macchina fotografica fatta in casa!

Forti dell'esperienza acquisita nella prima lezione, l'operazione è risultata più scorrevole anche grazie all'immancabile aiuto dei nostri corsisti e all'abilità di Francesco, oramai a tutti gli effetti "un artigiano del Foro"!

Come per il primo gruppo, anche il secondo ha potuto conoscere il Banco Ottico montato sul set di posa da Francesco, con la nostra fedelissima "modella" che anche ieri sera si è prestata pazientemente.

L'immagine capovolta sul vetro smerigliato ha suscitato non poco la curiosità dei corsisti che non hanno fatto mancare le loro domande al riguardo.


E' arrivato poi il momento di "testare" la nostra macchina fotografica "fatta in casa": il foro stenopeico.
Il risultato è stato più che discreto, considerando che questa tecnica di scatto richiede numerose prove per poter ottenere un risultato soddisfacente.
Alla fine, dopo lo sviluppo della foto in camera oscura, eravamo abbastanza soddisfatti: giudicate voi!
Foro Stenopeico in positivo
Foro Stenopeico in negativo




Nella seconda parte della lezione abbiamo potuto occuparci dei rayographs, con la lampada dell'ingranditore che, questa volta, non ci ha giocato il brutto scherzetto di lunedì. E la sorpresa dei corsisti è stata evidente: almeno da quello che abbiamo potuto intuire dal loro grande interesse.

Il primo impatto con la camera oscura è stato "traumatico", come sempre: per quasi tutti era la prima volta. 
Dopo aver parlato un pò delle fasi di sviluppo nel processo di stampa, abbiamo cominciato a "creare" il nostro primo rayograph e il compito è toccato a David.


La composizione di un rayograph non richiede particolari conoscenze tecniche, anzi, non ne richiede affatto! Ci vuole soltanto molta fantasia e tanti oggetti di cui disporre, da quelli trasparenti in vetro o plastica, a quelli "pieni", come un paio di forbici o, perché no, la propria mano! Combinare gli oggetti "giusti", magari privilegiando quelli che maggiormente permettono alla luce di creare i chiaro scuri, rendono la stampa di sicuro effetto.  Ieri sera, le piume sono quelle che hanno riscosso il maggiore successo.

Ma il risultato finale è assolutamente soggettivo e soprattutto unico!
Unico si, perché un rayograph non è riproducibile in maniera perfettamente uguale: appoggiare degli oggetti su di un foglio di carta sensibile alla luce, è un operazione unica che difficilmente si riesce a ripetere in maniera identica! 

Rayograph di Giampiero
Al secondo tentativo eravamo già perfettamente in grado di fare delle ottime stampe e così anche alcuni corsisti hanno voluto provare questa fantastica esperienza e nella grande quantità di oggetti che abbiamo messo loro a disposizione, hanno creato il loro rayograph personale, che andrà ad arricchire il loro portfolio del corso insieme alle stampe fotografiche che realizzeremo nelle lezioni di camera oscura e di stampa digitale fine-art (in questo post pubblichiamo il rayograph di Giampiero ma anche Andrea, Federico ed Enrica hanno saputo fare un ottimo lavoro). Per tutti gli altri corsisti, anche quelli del primo gruppo, l'appuntamento con il loro rayograph è solo rimandato, tranquilli!

Bene, anche ieri la lezione è filata via d'un lampo e ora non ci resta che passare al prossimo step: la fotocamera.


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