Ritratto e flash
Con la seconda e terza lezione chiudiamo la parte dedicata al ritratto in studio: un percorso formativo per conoscere le migliori attrezzature professionali da sala posa, ma soprattutto l'occasione per i nostri ragazzi (impegnati a fotografare i loro compagni di corso) di dare sfogo, ognuno con le proprie scelte, alla propria "creatività" e senso estetico, cercando di "cogliere l'attimo" in una frazione di secondo. Abbiamo chiesto una selezione di cinque foto, guardiamole.
Felix Nadar ritratto a Jules Verne |
Se la pittura è la "fonte ispiratrice", la fotografia di ritratto si crea il suo spazio, rivendicando il proprio diritto di essere riconosciuta come arte capace di suscitare quello che per Roland Barthes è il "criterio affettivo": l'emozione che predomina, dove il personaggio fotografato lascia la sua "impronta luminosa" con un'espressività talmente forte da rivelarci tutta la sua verità del momento.
Nelle nostre prove in studio abbiamo realizzato tre differenti set fotografici: il primo con fondale nero, il secondo con uno sfondo "naturale" a mattoni (bianco); il terzo tutto bianco, con l'aggiunta di un pannello nero laterale, a giocare con i chiaro scuri.
Divisi i nostri ragazzi in tre gruppi, ognuno di loro si è scelto un soggetto per realizzare il suo ritratto.
L'attrezzatura a loro disposizione era completa: i soft box, quadra, octa, strip, square 44, più una serie di torce e di fari luce ambiente. "Le lezioni di pratica ci permettono di esercitarci, di acquisire maggiore dimestichezza con la nostra macchina fotografica e con il soggetto da fotografare: perché il ritratto è soprattutto una foto di posa (il soggetto davanti a noi sa perfettamente di essere fotografato e di conseguenza si comporta come tale) e la spontaneità o l'emozione che susciterà la foto, sono per lo più merito del fotografo, abile nel ricercare un'espressione particolare oppure semplicemente riuscendo a mettere a proprio agio il soggetto.
I ragazzi hanno selezionato cinque immagini secondo il loro metro di giudizio: è giusto capire l'importanza di un editing corretto, e come possa fare la differenza. Noi ne abbiamo estrapolate un massimo di tre: ve li mostriamo, rigorosamente in ordine alfabetico.
Cominciamo con Claudia che ha fotografato Katja (ah romanaccia ndr). Claudia ha scelto il set nr 2 (quello a mattoni) ed ha utilizzato un'illuminazione laterale creando un buon chiaro scuro sul viso.
© Claudia Meco |
© Claudia Meco |
© Claudia Meco |
Elda era impegnata sul terzo set. Nel ritratto in orizzontale di Katia il fondo è nero e la luce è data da uno spot sul soggetto. Questa luminosità così "diretta"crea un bel contrasto, esaltando il viso del soggetto e i colori dell'immagine. Nell'altra foto Elda ha scelto una figura intera, pur mantenendo la stessa fonte di luce spot.
© Elda Fiori |
Enrica ha scelto di fotografare sul 1 set: fondo nero. Lo sfondo non è nero, ma parzialmente illuminato dal fascio di luce laterale. Tutte le foto sono in orizzontale e l'inquadratura ben curata.
© Enrica Mattioli |
© Enrica Mattioli |
Katia C ha restituito il favore a Elda fotografandola a sua volta. Taglio orizzontale su sfondo bianco. Luce laterale con diffusore Strip.
© Katia Capannelli |
Katja P era sul secondo set. Della sua selezione abbiamo scelto due immagini: la prima scattata con una luce ambiente, sfruttando esclusivamente la luce pilota del flash da studio. La dominante calda (dovuta alla temperatura di colore estremamente bassa) ha creato l'atmosfera. Nel secondo scatto Katja ha lavorato con un flash diffusore con sfondo bianco. Buona anche la scelta del taglio molto "deciso" sul viso.
© Katja Paradisi |
Per Lorenzo set uno e fondo nero. La luce è molto simile, con taglio laterale e il punto di vista, leggermente più in basso (meno sulla foto centrale) rispetto al centro della scena, crea una prospettiva molto interessante.
© Lorenzo Carassai |
Nadia era sul set nr uno; anche lei fondo nero. La luce, rispetto a Lorenzo, è più frontale (anche se di poco) ma l'inserimento della poltrona (nella prima immagine) regala un bel contrasto di colore con lo sfondo. La seconda immagine ritrae un momento spontaneo: chissà se frutto di uno scatto "rubato" o della maestria di Nadia: in entrambi i casi i meriti sono della fotografa.
A chiudere questa galleria di immagini c'è Stefano: anche per lui fondo nero ma al contrario degli altri, lui ha scelto per un'atmosfera più "noir", con lo sfondo di un nero profondo e la luce (Square 44) "spottata" sul viso del soggetto, a creare un contrasto deciso e marcato con un effetto Rembrandt leggermente accennato. Buona anche l'inquadratura.
© Stefano Petrini |
Le assenze di alcuni ragazzi ci impediscono di pubblicare le selezioni di tutti i corsisti: peccato.
Però, è importante sottolineare l'impegno e l'entusiasmo dimostrato da tutti i ragazzi che hanno pienamente dimostrato di avere la passione per la fotografia e tanta voglia di migliorare.
Davanti ad una fotografia il giudizio è sempre (e giustamente) soggettivo. A noi i lavori dei ragazzi sono piaciuti molto. Bravi.
Ma siamo appena a metà percorso, c'è ancora molto da fare.
Chiudiamo questo post dedicato al ritratto parlando di flash.
Dopo aver visto i tanti flash professionali da studio, poniamo l'accento sul flash a slitta, elemento fondamentale del nostro corredo fotografico.
I flash a slitta possono essere montati sopra la macchina fotografica, per mezzo della slitta posta sopra il pentaprisma, oppure si possono utilizzare con una staffa laterale. Ci sono poi i flash incorporati direttamente sulla macchina fotografica ma generalmente sono di potenza inferiore rispetto ai flash esterni.
La potenza di un flash è data dal suo numero guida che rappresenta la misura in cui il lampo del flash illuminerà un soggetto per una determinata distanza. Con il NG il fotografo può calcolare il corretto valore di diaframma in relazione alla distanza, al tipo di sensibilità (pellicola o digitale) impostata e alla velocità di scatto. La formula esatta per tale calcolo é:
Questo se utilizziamo il flash in modalità manuale. Con le moderne macchine fotografiche si può lavorare in modalità TTL (lettura attraverso le lenti) così che sarà la macchina fotografica a calcolare la giusta potenza della luce flash in base ad un determinato diaframma.
" Con il TTL si può scattare con una "luce mista" usando il flash solo come schiarita: molto utile anche di giorno, per eliminare brutte ombre o attenuare i contro luce."
Bene, ora non ci resta che affrontare il prossimo step: il digitale, una lezione intermedia dedicata alla post-produzione. Poi di nuovo in sala posa.
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