Corso Base L1 Gen/Mar 2014: ultima lezione in sala posa



Scatti in libertà


Con il corso base siamo giunti all'ultima lezione in sala posa: l'ultimo step di ripresa in cui abbiamo lasciato i nostri ragazzi a briglie sciolte, ognuno libero di fotografare a piacere.
Gli scatti dimostrano ampiamente come i ragazzi hanno ben assorbito i concetti base: motivo di soddisfazione per noi, ma anche per loro.


Eccoci arrivati alla sesta lezione, l'ultima in sala posa, l'ultima di scatto.
Tutto il materiale fin qui realizzato, sia in digitale che in pellicola, verrà successivamente lavorato nei laboratori (camera chiara per il digitale, oscura per la pellicola) a cui dedicheremo le ultime due lezioni del corso.

In questo ultimo step di ripresa i ragazzi sono andati a briglie sciolte. Ognuno si è scelto un esercizio da fare, chi un ritratto in studio, chi il mosso. Purtroppo c'erano diversi assenti e quindi non tutti hanno potuto scattare. Il gruppo è stato diviso in due set di ripresa: uno a sfondo nero, l'altro "ambientato" con una parete di vetro smerigliato posta dietro ad un divano di pelle nera.

Il gruppo sul set di posa a sfondo nero ha lavorato con gli esercizi di base affrontati nelle precedenti lezioni con l'aggiunta di qualche piccolo "stratagemma" tecnico un po' "avanzato" per un corso base, ma propedeutico in un percorso di miglioramento della tecnica.

Ci sembra molto interessante lo scatto di Eleonora che ha utilizzato un flash a torcia, senza diffusore, con un tempo di posa molto lungo (8 secondi di posa).
foto Eleonora Perticari


L'idea di fondo era quella di mettere in evidenza il movimento della scena pur mantenendo una buona nitidezza sui soggetti. Per poter far questo il tempo di posa utilizzato è stato di 8 secondi, durante il quale Luca e Eros si sono prestati a dar vita ad una vera e propria rissa con movimenti precisi, studiati dal fotografo (che è anche il regista nella scena), ancor prima di realizzare lo scatto.
"Una bella foto in sala posa nasce soprattutto da un'idea progettata in fase di studio, molto prima dello scatto finale".

Il lampo del flash ha "definito" i soggetti, il tempo di posa lungo ha fatto il resto.

Uno slow-syncro ben fatto.






foto Eros Santoni
Eros ha fatto l'esercizio opposto: cioè ha "congelato" il movimento con un tempo di posa molto più breve, arrivando al limite del tempo si sincronizzazione, che il tempo più rapido che si può utilizzare quando si fotografa con il flash.
L'illuminazione, in questo caso, è stata data da un softbox posto in alto sopra la scena.

Il tempo di posa di 1/125 di secondo con l'ausilio del lampo flash (che migliora la capacità di bloccare il movimento), hanno permesso a Luca e a Eleonora di rimanere sospesi in aria.

Due fotografie molto diverse tra loro che bene rappresentano la differenza tra uno scatto con un tempo di posa lungo piuttosto di uno con un tempo molto breve. Entrambe con la luce flash.
Fotografie che noi realizziamo in studio, con le migliori attrezzature, ma che possono essere fatte in qualunque altro posto (anche a casa propria), con qualunque macchina fotografica dotata di un flash a slitta (o a torcia).
Più qualche nozione di tecnica di base, come quelle che noi cerchiamo di insegnare ai nostri corsisti.

foto Luca Gambelli
Luca ha cambiato completamente tema puntando sul ritratto. La luce è data da uno strip laterale molto vicino ai soggetti (Eros e Eleonora). Nel lato in ombra, per aumentare il contrasto con la zona illuminata, un pannello nero: la lettura sulla zona in ombra è stata poi riottenuta in fase di post-produzione (correzione file Raw). L'immagine così decentrata funziona benissimo, così come il taglio. I due "modelli" (bravi) hanno fatto il resto seguendo attentamente le indicazioni che, scatto dopo scatto, venivano loro date dal fotografo. Dall'editing abbiamo scelto questa.



Il secondo gruppo era "di scena" in un set "ambientato".
Una parete di vetro smerigliato come sfondo, con un divano di pelle nera. Questa immagine la possiamo definire "un lavoro di gruppo", perché anche se materialmente è stata Virginia a premere il pulsante di scatto, la foto nasce da una progettazione che ha coinvolto tutti i componenti, anche quelli che poi hanno posato, con Cristina perfettamente protagonista di questo... incubo! incubi rappresentati da Marco, Alfredo e Francesco.
L'illuminazione viene da due punti: un octa posto sopra la scena che ammorbidisce e diffonde la luce; una torcia posta dietro il divano per illuminare i soggetti dietro la parete di vetro.
Cristina si cala perfettamente nella parte e la foto funziona!


foto Alfredo, Marco, Cristina e Virginia

Nel prossimo step "entreremo" idealmente nei laboratori, dove un'immagine prende forma, colmando il margine di miglioramento che ogni fotografia porta con se dal momento dello scatto fino alla stampa finale. Primo passaggio, la camera chiara: si parlerà di digitale.




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