Corso Base Ott/Dic 2013: quarta, quinta e sesta lezione




Gli obiettivi e un accenno al ritratto


Con la sesta (insieme alla quarta e quinta) lezione si chiude la parte del corso dedicata allo scatto fotografico e a tutti quei concetti che sono alla base della fotografia, affrontati attraverso tutta una serie di prove pratiche che ci hanno permesso di capire come funziona la nostra macchina fotografica e come possiamo realizzare immagini emozionanti ma soprattutto corrette.



Nella quarta lezione continuiamo il nostro percorso alla conoscenza dei materiali che il nostro corredo fotografico, in base alle nostre esigenze e possibilità, ci mette a disposizione.
Nel affrontare un concetto fondamentale come la profondità di campo abbiamo visto come questa cambia a seconda del tipo di obiettivo che utilizziamo. Ora è bene capire cosa è un obiettivo e come si distinguono nei vari modelli e categorie.
L'obiettivo fotografico è l'occhio della nostra macchina fotografica quando scattiamo una fotografia. E' grazie alla qualità delle lenti che lo compongono che una fotografia può fare la differenza. 
L'immagine, “trasportata” dalla luce fin sul piano pellicola, passando attraverso la serie di lenti (che variano per numero a seconda del modello) contenute all'interno del “bussolotto” (obiettivo), “esprime” le sue potenzialità in funzione della qualità della lente stessa. Fattori come l'incisione il contrasto o la definizione dell'immagine, sono determinati dalla qualità dell'obiettivo che rappresenta una parte molto importante, per non dire fondamentale, sulla resa finale.
"Pensateci quando acquistate una macchina fotografica: non è il corpo, con tutti i suoi marchingegni tecnologici a fare la foto, ma l'obiettivo".


Gli obiettivi fotografici si dividono in tre categorie principali: il normale, il grandangolo e il teleobiettivo; poi esistono delle sotto-categorie costituite da una serie di obiettivi detti “speciali” come i super grandangolari (fisheye), o i lungo fuoco (maggiormente indicati per il ritratto).
La lunghezza focale di un obiettivo si misura in millimetri e rappresenta la distanza tra il punto nodale posteriore (o centro ottico) e il piano focale. Questa può essere fissa, cioè l'unica misura possibile per quell'obiettivo (ad es 50mm), oppure può variare con un'escursione ottica che va da grandangolo a teleobiettivo, oppure da normale a teleobiettivo, da grandangolo a normale (le combinazioni sono tantissime), in unico obiettivo notoriamente conosciuto come zoom.
Per identificare al meglio le tre principali categorie, grandangolo, normale e tele, possiamo dire che:

è considerato grandangolo un obiettivo in cui la lunghezza focale è inferiore ai 35mm
è considerato normale un obiettivo in cui la lunghezza focale è compresa tra 35mm e 60mm
è considerato teleobiettivo un obiettivo in cui la lunghezza focale è superiore ai 60mm.

Il grandangolo è un obiettivo che ha una lunghezza focale minore ma un angolo di campo maggiore rispetto al normale o ai tele. L'angolo di campo varia dai 60° agli 80° a seconda del tipo di lunghezza focale. La caratteristica principale di questo tipo di obiettivi è la loro capacità di fotografare ampi campi visivi ma sono soggetti alla deformazione delle linee cadenti a causa della prospettiva che, nelle foto, risulterà falsata rispetto alla realtà. Anche questi (come i normali), sono di solito obiettivi molto luminosi e permettono di avere una grande profondità di campo.
I grandangoli più comuni sono il 24mm e il 28mm, utilizzati soprattutto nella fotografia di paesaggio mentre il 35mm è definita l'ottica per eccellenza da molti reportagisti.




Obiettivo 50mm
Il 50mm o normale possiede un angolo di campo (la zona inquadrata) intorno ai 43°/ 45° e la sua luminosità varia da f1,4 a f1,7. Esistono dei 50mm più luminosi ed alcuni modelli hanno la funzione macro (presente anche in altri tipi di obiettivi), cioè la capacità di mettere a fuoco il soggetto anche a distanze molto ridotte (macro-fotografia). 
La lunghezza in millimetri del normale corrisponde (grossomodo) alla diagonale del fotogramma ed è differente a seconda del formato della macchina fotografica.
Per il formato Leica (35mm o 135mm), che hanno pellicole di formato 24x36cm, il normale è appunto il 50mm (la lunghezza corretta sarebbe il 43mm), mentre per il medio formato (che utilizzano pellicole di formato 4,5x6cm; 6x6cm) il normale è l'80mm (in realtà sarebbe il 75mm). Più è grande il formato della pellicola (o sensore nel digitale, ma qui il discorso è leggermente diverso e andrà approfondito in seguito), maggiore sarà la misura del normale.


Il teleobiettivo è un obiettivo che ha la capacità di ingrandire il soggetto da fotografare permettendo riprese anche a grande distanza (a seconda della lunghezza focale). La sua lunghezza focale è maggiore rispetto al normale o al grandangolo e di conseguenza ha un angolo di campo molto limitato. Questo varia dai 20° ai 5° e nei super-tele è addirittura inferiore. Possiede una scarsa profondità di campo anche a diaframmi molto chiusi dovuto al fatto che il fattore di ingrandimento comporta lo schiacciamento del campo visivo avvicinando i soggetti e riducendo le distanze. I teleobiettivi sono in gran parte poco luminosi (di solito f 5,6) tranne nei casi in cui la qualità è molto alta - allora si possono trovare anche tele con luminosità di f 2,8 o f 2 - così come il prezzo di acquisto. 
Nella sotto-categoria dei teleobiettivi troviamo i lungo fuoco che hanno la misura focale che va dai 60mm ai 100mm. Sono obiettivi usati in particolar modo nei ritratti (di ottima qualità).

Gli zoom, al contrario delle ottiche fisse, hanno la caratteristica di avere la lunghezza focale che varia nel medesimo obiettivo. Cioè, in un solo apparecchio possiamo trovare diverse lunghezze focali che possono andare da grandangolo a tele (nei casi più spinti) oppure da lungo fuoco a super tele, da grandangolo a lungo fuoco, etc etc. Le combinazioni sono molteplici: inutile menzionarle tutte. 
Zoom 70/210 mm
Questo tipo di obiettivo è molto utile se non si vuole portare con se tutta una serie infinita di obiettivi, quando si esce fuori per scattare. La sua comodità è indiscutibile però, come sempre accade, c'è un rovescio della medaglia: le ottiche fisse sono di qualità maggiore, rispetto agli zoom, e un fotografo "esperto" questo lo sa bene. 
C'è da dire che la tecnologia, in tal senso, ha fatto passi da giganti e le case costruttrici oggi offrono degli zoom di altissima qualità (con prezzi non sempre accessibili, a onor del vero) utilizzati anche dai migliori professionisti del settore. 
La luminosità degli zoom varia a seconda del modello. I più diffusi zoom in commercio hanno una doppia luminositàuna per la lunghezza focale minima, l'altra per la lunghezza focale massima. Nella "carta di identità" (sul fronte della lente) di uno zoom 70-210mm, troviamo scritto (ad es): f 3,5/5,6. Questo sta a significare che per la lunghezza focale minima - 70mm - l'apertura massima è di f3,5, mentre per la lunghezza focale massima - 210mm - l'apertura massima di diaframma è di f 5,6. Questo può comportare enormi svantaggi se ci troviamo a scattare in condizioni di scarsa luce.
Naturalmente esistono anche zoom (nel caso di quelli di maggiore qualità) che possiedono una luminosità fissa per tutte le lunghezze focali: il vantaggio è enorme, sia in termini di praticità che di qualità, ma anche in questo caso è il prezzo di acquisto a fare la differenza.

"La scelta del tipo di obiettivo è sempre legata al tipo di fotografia che si vuole realizzare". Per fotografare un paesaggio, sarà più logica una scelta che ricada sul grandangolo; al contrario, se è la fotografia sportiva che ci interessa allora dovremo procurarci un teleobiettivo per fare delle foto interessanti: fermo restando che queste considerazioni sono intese come di massima e possono essere tranquillamente "trasgredite".

Dopo aver scoperto i nostri obiettivi, proviamo ad approcciare con un genere di scatto che da sempre ha ispirato i migliori fotografi del mondo: il ritratto.
In studio o ambientato, con luce naturale o con il flash, con un taglio deciso sul viso o a figura intera, il ritratto è da sempre una delle forme di espressione più rappresentativa per un artista. 
Appannaggio da sempre del mondo della pittura, con l'avvento della fotografia la figura del fotografo si sostituisce a quella del pittore nella realizzazione di ritratti e contemporaneamente, soprattuto in epoca vittoriana, nascono i primi studi fotografici specializzati esclusivamente per questo tipo di fotografie. 


Nella lezione in studio abbiamo cercato di creare diversi tipi d'illuminazione.
“La scelta della luce è importante così come quella del taglio e dell'inquadratura”.

Sebbene l'85mm per il formato Leica sia considerato l'obiettivo da ritratto per eccellenza, ciò non toglie che si possono realizzare dei ritratti molto suggestivi anche con i grandangoli o con i teleobiettivi. Durante le nostre prove abbiamo utilizzato il flash ma anche una luce naturale per cercare di ricreare l'illuminazione che si avrebbe con il soggetto vicino ad una finestra.




© Federico Garolla
Il ritratto può (deve) suscitare emozioni ed è per questo che nella sesta lezione abbiamo voluto mostrare ai nostri ragazzi alcune foto di ritratti realizzati da Grandi Maestri della fotografia. Foto meravigliose dove appare evidente “l'impronta” lasciata dal fotografo che in primis descrive il soggetto cercando di rappresentarne la caratteristica più "marcata" della personalità anche attraverso una simbologia spesso evidente, come nel caso del ritratto di Garolla a Pasolini, fotografato intento a giocare a calcio (sua grande passione) con dei ragazzi di una borgata romana.



Ai nostri ragazzi abbiamo chiesto, durante la settimana, di realizzare dei ritratti ambientati: vedremo nella prossima lezione se dalle foto che hanno visto (oltre ai nostri suggerimenti) ci avranno tratto ispirazione.
Al prossimo step.









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